Non solo takoyaki: i due musei di Nakanoshima a Osaka

Dotonbori, la cucina di strada, l’energia dei mercati, l’ospitalità vivace del Kansai. Questa è Osaka. Eppure, la città rivela anche un volto profondamente culturale e artistico, in particolare sull’isola di Nakanoshima, cuore fluviale della metropoli. Qui convivono due istituzioni complementari: il Museo d’Arte di Nakanoshima e il Museo Nazionale d’Arte di Osaka. Due architetture radicalmente diverse, due collezioni uniche, due approcci all’arte che dimostrano come Osaka sia anche una capitale culturale del Giappone contemporaneo e non solo la cucina del Paese.

Museo d’Arte di Nakanoshima, foto di Walk of Japan

Museo d’Arte di Nakanoshima (Nakanoshima Museum of Art, Osaka)

Una storia lunga decenni

Il progetto del museo nasce negli anni ’80, ma solo nel 2022, dopo quasi quarant’anni di attesa, viene inaugurato. La sua apertura è stata accolta come un momento storico: non solo un nuovo spazio espositivo, ma anche un segno della volontà di Osaka di valorizzare il proprio patrimonio artistico e aprirsi al dialogo con il mondo, proprio vicino alla sua stazione principale.

Museo d’Arte di Nakanoshima, foto di Walk of Japan

Architettura e spazi

L’edificio, concepito dallo studio Katsuhiko Endō Architect and Associates, si distingue per la sua facciata nera, compatta e monolitica, realizzata in pannelli di calcestruzzo trattati con pietra e sabbia per resistere nel tempo. L’interno, invece, si apre con un “passage” urbano, uno spazio accessibile liberamente, che invita i cittadini e i visitatori ad attraversarlo, a vivere il museo come parte della città stessa. È un’architettura che si pone come ponte tra arte e vita quotidiana. Un posto tranquillo, moderno ricco di scale di grici e acciaio, vetri e ambienti artificiali ma vicino ad angoli di natura, all’acqua del fiume e aiuole verdi e alberate che si tingono di rosa durante la stagione dei sakura.

Museo d’Arte di Nakanoshima, foto di Walk of Japan

Collezione permanente

Il museo conserva più di 6.000 opere, frutto di donazioni e acquisizioni. La raccolta riflette tanto l’identità di Osaka quanto la sua apertura internazionale:

  • la più vasta collezione di Saeki Yūzō, pittore legato alla città, con circa 60 opere;

  • maestri dell’arte moderna europea come Modigliani, Giacometti, De Chirico, Brâncuși;

  • l’avanguardia giapponese del dopoguerra con il movimento Gutai, nato proprio nella regione del Kansai;

  • una sezione di design tra le più ricche al mondo, grazie alla donazione della Suntory, che include poster, arredi e opere dal Bauhaus fino al design contemporaneo.

Mostra temporanea: Capcom Creation – Moving Hearts Across the Globe

Il legame tra Osaka e la creatività non è solo tradizione: è anche innovazione e cultura pop. La mostra dedicata a Capcom, la storica casa di videogiochi nata in città, ha portato nel museo un racconto visivo e interattivo che unisce arte, tecnologia e intrattenimento. Non si è trattato solo di celebrare saghe celebri come Street Fighter o Resident Evil, ma di riflettere sul videogame come forma espressiva, capace di influenzare l’immaginario collettivo globale. Una scelta curatoriale che dimostra come il museo intenda abbracciare il contemporaneo in tutte le sue forme, includendo linguaggi culturali oggi centrali. Io poi sono un grandissimo fan della software house soprattutto grazie alle serie Resident Evil, Devil May Cry e Monster Hunter.

SITO UFFICIALE

Museo d’Arte di Nakanoshima, foto di Walk of Japan

Museo Nazionale d’Arte di Osaka (National Museum of Art, Osaka – NMAO)

Architettura sotterranea

A pochi passi si trova un museo radicalmente diverso: il NMAO, progettato dall’architetto argentino César Pelli. L’edificio è interamente sotterraneo: in superficie rimane soltanto una struttura scultorea in acciaio che ricorda canne di bambù piegate dal vento. Una scelta che esprime leggerezza e movimento, ma al tempo stesso custodisce le sale espositive sotto il livello del suolo, come uno scrigno nascosto.

Museo Nazionale d’Arte di Osaka, foto di Walk of Japan

Collezione e vocazione

Fondato nel 1977 e trasferito nella sede attuale nel 2004, il museo ospita oltre 8.000 opere di arte contemporanea, giapponese e internazionale, dal secondo dopoguerra a oggi. Tra i protagonisti figurano artisti come Yayoi Kusama, Tetsumi Kudo, Andy Warhol, ma anche numerosi esponenti delle avanguardie europee e americane. La sua missione è quella di essere un centro dinamico per l’arte contemporanea, con una forte attenzione alle acquisizioni e alle collaborazioni internazionali.

Museo Nazionale d’Arte di Osaka, foto di Walk of Japan

Mostra temporanea: Collection 2: Undo, Redo

Quest’anno ho visitato l’exhibition “Undo, Redo”, che esplora il concetto di cancellazione e rifacimento come parte integrante del processo creativo. Il titolo richiama un’opera di Louise Bourgeois, artista centrale della rassegna, a cui si affiancano figure come Leonor Antunes e Ruth Asawa, presentata per la prima volta in Giappone. Le installazioni e le sculture propongono un’idea dell’arte come atto fluido, in continua trasformazione, dove il gesto di rifare è tanto importante quanto quello di creare. Attenzione particolare anche al riciclo di materiali plastici e tessili. Non mancano protagonisti giapponesi come Chiharu Shiota e Yayoi Kusama, a conferma di un dialogo tra sensibilità locali e orizzonti globali.

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Museo Nazionale d’Arte di Osaka, foto di Walk of Japan

Osaka, città del cibo ma anche città d’arte

La presenza di questi due musei, così diversi eppure complementari, testimonia l’anima culturale di Osaka. Il Museo d’Arte di Nakanoshima intreccia tradizione e contemporaneità, ponendo attenzione anche al design e alla cultura pop; il Museo Nazionale d’Arte invita invece a una riflessione sul presente, sull’arte come gesto aperto e processuale.

Se vuoi visitare Osaka e non fare le stesse cose che fanno tutti gli altri e concentrarti solo su okonomiyaki e takoyaki, visitare questi due musei (soprattutto in caso di maltempo), significa vivere un’esperienza più profonda e conoscere la città a tutto tondo, una città che sa guardare avanti senza dimenticare le proprie radici, e che si afferma come polo artistico e culturale di respiro internazionale.


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Pippo Senpai

Sono Filippo, analista software sabaudo con un amore smodato per il Giappone e la passione per le arti e la scrittura. Forse la mia anima è giapponese? O forse sono solo un nerd. Ho creato Walk of Japan per dare ordine alle mie avventure e ai miei pensieri e condividere tutto questo nel modo a me più congeniale: attraverso la comunicazione digitale e le mie competenze IT. Spero questo portale possa diventare il tuo compagno di viaggio in Giappone. Buona avventura!

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