L’ultima edizione del Expo 2025 Osaka Kansai: cronaca, numeri e riflessioni personali

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Panoramica generale

L’Expo 2025 di Osaka, sulla piattaforma artificiale dell’isola di Yumeshima nella baia di Osaka, si è svolta dal 13 aprile al 13 ottobre 2025, con il tema «Designing Future Society for Our Lives».
Le cifre ufficiali dicono che, al termine della manifestazione, sono stati registrati 25.578.986 visitatori durante i 184 giorni di apertura, superando le aspettative che a dirla tutta, erano abbastanza incerte visto i ritardi e alcune edizioni flop negli anni precedenti.

Foto di Walk of Japan


Sul fronte economico, il budget stimato per la gestione era circa ¥116 miliardi (circa 785 milioni di dollari), gli organizzatori hanno annunciato che, grazie alle vendite dei biglietti e al merchandising, prevedono un utile finale tra ¥23 miliardi e ¥28 miliardi. Questi numeri sono sicuramente positivi, ma, come vedremo, la realtà è più sfumata: ci sono luci e ombre, e anche la mia esperienza personale, soprattutto al giorno di apertura, è stata piuttosto critica.

Numeri e risultati economici

  • Vendite biglietti: al 8 agosto 2025 erano stati venduti circa 18.095.703 biglietti, superando così il punto di pareggio stimato dagli organizzatori. Un ottimo traguardo anche in vista della correzione del prezzo dei biglietti e l’introduzioni di diversi titoli di ingresso con svariate limitazioni per riflettere il costo più competitivo.

  • Il “break-even” era fissato intorno ai 22 milioni di ingressi (ticket sales) per diventare redditizio, stando ad Asia Daily, questo indica che il prezzo dinamico del pacchetto di biglietti e prenotazioni è stata una scelta vincente.

  • Il totale visitatori al 13 ottobre: 25.578.986. L’Expo di Milano invece registrò 21.482.274 spettatori. Tiè!

  • Ulteriori dati ufficiali del sito della Expo: biglietti venduti cumulativamente 22.069.546 al 13 ottobre.

  • Quota spese vs ricavi: dei circa ¥116 miliardi di costi operativi stimati, circa ¥96,9 miliardi venivano dalla vendita dei biglietti, più altri ~¥19,1 miliardi da merchandising. Un dato forse un po’ sottotono ma devo dire che il merchandising si è rivelato decisamente poco “kawaii” soprattutto considerando l’alta qualità e cura che i giapponesi solitamente hanno in questo genere di prodotti.

  • Utile stimato: ¥23-28 miliardi. Questo significa un margine positivo rispetto ai costi operativi, ma attenzione: ciò non tiene necessariamente conto di tutti i costi di costruzione, infrastrutture, investimenti pre-evento, ecc.

Interpretazione
In sintesi, l’Expo di Osaka ha raggiunto e superato il target operativo di vendite biglietti, ha generato utile operativo (o surplus) rispetto alla gestione corrente, e ha attirato un buon numero di visitatori. Tuttavia:

  • L’obiettivo iniziale dichiarato era di circa 28,2 milioni di visitatori totali. Il risultato finale di ~25,6 milioni è dunque leggermente al di sotto delle ambizioni più elevate ma lontano dal disastro tanto temuto nei mesi e nelle settimane antecedenti l’apertura.

  • I costi di infrastruttura, padiglioni, costruzioni etc non sono sempre chiaramente integrati nelle dichiarazioni sul “profitto” e bisogna ricordare che sono stati resi noti grandi ritardi e aumenti del budget.

  • L’esperienza utente e la logistica hanno mostrato criticità (vedi oltre) che potrebbero influenzare la percezione dell’efficacia dell’evento e del suo lascito, soprattutto per i cittadini di Osaka che ci tenevano a mostrare la loro città al meglio.

Padiglioni principali e viva l’Italia

Tra i tanti padiglioni, alcuni sono stati particolarmente mediatici e significativi: il Giappone ovviamente ha stupido con un numero eccezionale di installazioni e collaborazione con aziende nazionali unendo design, meccanica, arte, natura e videogiochi.

Francia e USA chiaramente hanno giocato da protagonisti, con padiglioni enormi e grandiosi per riflettere lo status delle due Nazioni. Non sono mancati croissant e pain au chocolat!

Ad esempio, a inizio settembre è stata registrata una giornata record con 200.000 visitatori in un solo giorno. L’organizzazione segnalava che inizialmente la media giornaliera stava sotto le 100.000 ma è gradualmente cresciuta fino a superare 200.000 nei periodi finali.

Questi numeri servono a mostrare che l’affluenza è cresciuta nel tempo — ma la crescita implica anche gestione delle code, della logistica, dell’accesso ai padiglioni, che è risultata una delle principali criticità fin da subito.

Padiglione Italia: ci è piaciuto vincere facile

Il Padiglione Italia, progettato dallo studio MCA – Mario Cucinella Architects, ha come titolo “Art Regenerates Life” (L’Arte Rigenera la Vita).

  • Il padiglione ospita al suo interno anche il contributo del Agenzia Spaziale Italiana (ASI) con installazioni di spazio, ricerca, tecnologia.

  • Nei primi tre mesi, il Padiglione Italia ha registrato circa 367 eventi, coinvolgendo oltre 5.480 partecipanti, 3.100 persone tra imprese italiane, giapponesi e straniere, e 207 delegazioni ufficiali tra cui la banda musicale dei Carabinieri che è stata estremamente apprezzata dal pubblico giapponese, in visibilio per le bellissime divise.

  • Ha ricevuto il premio “Theme Development” dal Bureau International des Expositions (BIE) per la categoria sviluppo del tema.

  • Il ministro degli Affari Esteri italiano Antonio Tajani ha presenziato all’inaugurazione.

  • La partnership con il settore del vino: la cantina Ferrari Trento è stata “Official Toast” del padiglione Italia.

  • All’interno del Padiglione erano esposti disegni originali di Da Vinci.

  • In un’area a parte, è stata installata una mostra su Venezia.

  • Numerosi ospiti musicali si sono esibiti tutto l’anno tra cui Serena Autieri, Arisa, Achille Lauro e Ligabue.

Foto di Walk of Japan

Impatto culturale
Il Padiglione Italia ha dunque avuto un ruolo rilevante come “vetrina” del made in Italy (arte, cultura, design, tecnologia) in un contesto asiatico, favorendo anche accordi bilaterali, networking industriale e istituzionale tra Italia e Giappone. Personalmente devo dire che, pur trattandosi di un concept poco originale e innovativo, il Padiglione Italia ha saputo emozionarmi e commuovermi nel rendermi fiero di essere italiano.

La mia esperienza al giorno di apertura: critica personale

Devo precisare subito che la mia valutazione è piuttosto negativa, in particolare per la giornata di apertura alla quale ho partecipato — e i problemi incontrati meritano di essere dettagliati.

Situazione meteo & strutture
Il giorno in cui sono arrivato – pioggia e vento erano protagonisti. E già qui il primo segnale: l’area esterna dell’Expo non offriva adeguate zone coperte, ripari o spazi sufficientemente protetti per i visitatori in condizioni meteo avverse. Le pensiline erano esigue, i posti a sedere all’aperto praticamente assenti, e i ristoranti esterni erano pochi, con lunghe attese. Il grande anello di legno aveva pochi punti di ingresso e per ovvie ragioni, era una zona estremamente vulnerabile al vento e alla pioggia (e alle api durante la bella stagione).
In sostanza, una struttura che per un evento di queste dimensioni dovrebbe prevedere un piano B meteo, non mi è sembrata all’altezza. Il design stesso dei camminamenti pedonali l’ho trovato confusionario, dispersivo, chilometrico e con poche mappe e punti informativi.

Accesso ai padiglioni e sistema di prenotazione, qualche punto per tirare le somme

  • L’accesso ai padiglioni “top” era gestito con un sistema di prenotazione “first come, first served” tramite l’app ufficiale dell’Expo.

  • Ho fatto sette richieste per prenotare l’ingresso ad alcuni padiglioni (incluso quello del Giappone), ma alla fine ho ottenuto solo uno accesso casuale — e non quello che desideravo. Si è trattato nello specifico del padiglione dell’Australia che era a dir poco patetico.

  • In particolare non sono riuscito ad entrare nel padiglione del Giappone, per il quale avevo puntato fin dall’inizio. Mi sono messo in coda verso fine giornata in quanto non sembrava esserci molta folla e la fila era scorrevole, ma sono stato rimbalzato via in quanto sprovvisto di codice QR con la prenotazione. Come si sa, è inutile discutere con il personale giapponese, avverso agli imprevisti. Lo staff ha semplicemente eseguito gli ordini e fatto il proprio lavoro, dunque non ho insistito ma non sono riuscito a nascondere il mio malcontento. Viaggiatori arrivano da tutto il mondo e poi vengono respinti per motivi logistici e informatici deliranti.

  • L’uso dell’app era poco chiaro e non inizialmente incentivato in fase di acquisto dei biglietti (avvenuta mesi prima).

  • Il risultato? Dopo ore di attesa, code e tentativi, alla fine della giornata ho visto pochissimo della fiera, perché tra transiti, attese e rimbalzamenti non sono riuscito a fruire bene dell’esperienza.

  • Momento migliore della giornata? Lo spettacolo di droni e luci, davvero impressionante e ben coreografato. Un esercizio di tecnica e gusto che solo il Giappone poteva esprimere.

Logistica, comfort e pausa

Come accemmato, mancavano zone adeguate di pausa e sedute comode. Durante le attese fuori ai padiglioni ci si ritrovava in spazi aperti, sotto la pioggia o al vento. I ristoranti interni erano pochi e sovraccarichi — molte persone in fila, tempi di servizio lunghi. Onestamente, anche considerando la nomea di Osaka come cucina del Giappone, mi aspettavo un’attenzione maggiore per le esperienze gastronomiche da tutto il mondo.

In condizioni meteo avverse, queste carenze si sono fatte sentire moltissimo, e per giunta al primo giorno d’apertura al pubblico: per me non si è trattato di una mera questione di “scomodità”, ma di percezione che l’evento non fosse ancora pronto per una mole così grande di visitatori in tutte le condizioni possibili. C’è anche da dire che il Giappone è un paese estremamente piovoso e ventoso ed è assolutamente imperdonabile che non sia stata data la giusta attenzione a questo aspetto.

La fine della mia giornata
Mi aspettavo di godere appieno dell’evento, ma ho vissuto una “corsa a ostacoli”: arrivi, code, tentativi di prenotazione, attese, e pochissimo tempo davvero immerso nei padiglioni chiave. È frustrante: un evento di tale portata meritava una esperienza fluida, coerente e accessibile per chi ha investito tempo e denaro per partecipare. Onestamente una delle cose migliori è stata la nuova stazione metro appositamente costruita per tornare comodamente a casa a riposare…

Considerazioni finali

L’Expo 2025 di Osaka può essere considerato un successo “sul piano numerico ed economico”: oltre 25 milioni di visitatori, utili operativi, buoni risultati per padiglioni nazionali come quello italiano, che ci deve rendere assolutamente fieri ed orgogliosi. Dal punto di vista culturale ed economico-istituzionale, l’evento ha svolto bene il ruolo di piattaforma internazionale dopo qualche settimana di rodaggio.

Tuttavia, la dimensione dell’esperienza visitatore — che per me è fondamentale, anche per una mia deformazione professionale che mi vede sempre attento alle esigenze dell’utente finale — ha mostrato limiti evidenti. Il giorno dell’apertura ha evidenziato problemi strutturali, logisti­ci e tecnici: aree esterne non adeguate alle intemperie, sistema di prenotazione e accesso poco trasparente e accessibile, ristorazione/carico visitatori non all’altezza. Se un visitatore deve affrontare queste difficoltà, l’entusiasmo rischia di essere attenuato.

Foto su licenza Unsplash

Se dovessi dare un giudizio: promosso (soprattutto per chi ha visitato l’Expo quando era tutto ormai operativamente più fluido), ma con un “avrebbe potuto fare molto meglio”

In generale però penso che Osaka si sia mostrata bene ai tanti visitatori: la città è sempre rimasta vivace, attrattiva, divertente, efficiente e accogliente. Certo alcune zone come Dotonbori e Namba sono state spesso travolte da orde di turisti, ma lo spirito del Kansai che qui vive la sua espressione più calorosa, non si è mai fatto da parte! Grazie Osaka, e a presto!


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Pippo Senpai

Sono Filippo, analista software sabaudo con un amore smodato per il Giappone e la passione per le arti e la scrittura. Forse la mia anima è giapponese? O forse sono solo un nerd. Ho creato Walk of Japan per dare ordine alle mie avventure e ai miei pensieri e condividere tutto questo nel modo a me più congeniale: attraverso la comunicazione digitale e le mie competenze IT. Spero questo portale possa diventare il tuo compagno di viaggio in Giappone. Buona avventura!

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